La festa di Halloween si è diffusa in Italia solo da pochi decenni e fino a quando si ricevono scherzetti di poco conto, per non aver aperto la porta o per non aver fornito caramelle e dolciumi ai bambini che suonano alla nostra porta  nella notte di Halloween, possiamo essere tranquillamente tolleranti verso queste nuove abitudini. Il risvolto negativo è che questa festa spesso si traduce in atti vandalici ad opera di ragazzini e adolescenti. Cosa innesca questi comportamenti antisociali? Halloween facilita il comportamento antisociale?

Halloween facilita il comportamento antisociale?

L’esperimento di Diener

Nel 1976, Ed Diener e altri ricercatori dell’Università dell’Illinois erano interessati a capire in quali condizioni gli adolescenti durante la festa di Halloween tendono ad approfittare della situazione, nello specifico a prendere più caramelle/dolci del dovuto. Ricordiamo che l’uso di maschere e costumi, come accade ad Halloween, favorisce il processo di deindividuazione. In questo stato le persone diminuiscono la percezione della propria individualità e questo può rendere più semplice la messa in atto di comportamenti antisociali. La ricerca di Diener aveva lo scopo di dimostrare come l’anonimato, la dimensione del gruppo e il senso di responsabilità influenzano le persone a rubare caramelle e denaro più di quanto dovuto.

Lo scenario

Immagina di trovarti davanti un tavolo su cui ci sono due ciotole, una piena di caramelle assortite e l’altra piena di monete. Un osservatore può sbirciare indisturbato nella stanza attraverso un buco nascosto fra le decorazioni. Quando i ragazzini suonano alla porta vengono accolti da una donna che non hanno mai visto prima.

Le diverse condizioni

Anonimato. In questa condizione, la donna, dopo la domanda “Dolcetto o scherzetto?”, invita il gruppo di ragazzini a prendere delle caramelle e lasciare la stanza. Nella condizione di identificazione, la donna chiede ai ragazzi il loro nome e dove vivono, in seguito li invita nella stanza a prendere i dolciumi.

Dimensione del gruppo. L’osservatore registra chi si presenta da solo o in gruppo.

Responsabilità. La donna, inoltre, in base alla condizione sperimentale comunica o meno ai ragazzi di non prendere  più caramelle del dovuto. In alcuni gruppi, veniva chiesto il nome dei partecipanti in modo da creare la condizione di completa identificazione. In un altra condizione, veniva chiesto solo il nome di un ragazzino che sarebbe stato responsabile, gli altri continuavano a restare anonimi.

Chi tende a rubare più caramelle e/o denaro?

I risultati mostrano che i ragazzini nella situazione di gruppo e in condizione di anonimato tendono a prendere più caramelle e monete del dovuto (quasi il 60% dei casi). Quelli che si presentavano singolarmente e venivano identificati hanno rubato solo nel 7,5% dei casi. L’unico gruppo in cui nell’80% dei casi i ragazzini rubavano caramelle e/o denaro era quello in cui c’era un solo ragazzino individuato e i restanti componenti del gruppo erano anonimi. Diener giunse alla conclusione che in quest’ultimo gruppo ognuno poteva pensarla in questo modo:

Se prendo qualcosa in più, non daranno di certo la colpa a me. Il responsabile non sono io.

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Quando non è facilitato il comportamento antisociale?

In due gruppi di questo esperimento la tendenza a rubare è stata scoraggiata da due particolari condizioni:

  • quando nella stanza era presente un familiare
  • quando un adulto era presente nella stanza

In conclusione, la particolarità della festa di Halloween aumenta la probabilità che si verifichino comportamenti antisociali proprio per le condizioni di anonimato e deindividuazione. Un modo per scoraggiare questa tendenza è la presenza di un adulto che accompagni i ragazzini oppure cercare di individuare i componenti del gruppo chiedendo come si chiamano, chi sono i loro genitori e dove abitano.

Bibliografia:

Diener, E., Fraser, S., Beaman, A., & Kelem, R. (1976). Effects of deindividuation variables on stealing among Halloween trick-or-treaters. Journal of Personality and Social Psychology, 33 (2), 178-183 DOI: 10.1037/0022-3514.33.2.178

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