Ernst Kretschmer (Wüstenrot, 8 ottobre 1888 – Tübingen, 8 febbraio 1964) è stato uno psichiatra tedesco e premio Nobel per la medicina nel 1929.

I primi anni

Ernst Kretschmer studiò filosofia e medicina presso l’Università di Tübingen. Al termine degli studi, nel 1913, iniziò a lavorare nella stessa città come assistente presso una clinica di neurologia.

Gli studi sull’isteria

Inizialmente, si dedicò allo studio dell’isteria durante la I guerra mondiale, periodo in cui prestò servizio come medico militare. In particolare, come trattamento per la cura dell’isteria, nei reduci di guerra, utilizzava camere oscure in cui i pazienti erano sottoposti a scosse elettriche.

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La teoria tipologica

Dopo la guerra ritornò a Tübingen, dove si dedicò alla stesura di una delle sue principali opere, Costituzione e carattere (1921, Körperbau und Charakter). In quest’opera descrisse la sua teoria di personalità secondo cui esiste una associazione tra la costituzione corporea e le malattie mentali che una persona può potenzialmente sviluppare nella propria vita. Sono tre i tipi somato-costituzionali descritti:

  • Astenico o leptosomo, alto e di corporatura esile. Tendenza allo sviluppo della schizofrenia.
  • Picnico, basso e tarchiato. Tendenza all’accumulo del grasso corporeo. Tendenza ai disturbi maniaco-depressivi.
  • Atletico, molto sviluppato muscolarmente. Maggior tendenza all’epilessia.

Carattere e temperamento

Secondo la teoria, ognuno di questi tipi fisici è associato a un particolare carattere che, in forma estrema, potrebbe sfociare nella psicopatologia. Le persone di tipo picnico sono molto amichevoli, dipendenti nei rapporti interpersonali e gregari. Il tipo astenico è tendenzialmente timido e introverso. Accanto al carattere viene descritto, in seguito, il concetto di temperamento (1952), ovvero l’impronta biologica dell’affettività, il collegamento tra fisico e mentale.

Le dimensioni dell’affettività

L’affettività comprende due dimensioni bipolari: l’impressionabilità e l’impulsività.

L’impressionabilità comprende, a sua volta, due dimensioni riguardanti la sensibilità e l’umore:

  • la psichestetica, i cui poli sono sensibile e freddo;
  • la diatetica (poli triste-allegro)

L’impulsività scandisce il tempo psichico secondo i poli lento-rapido nella funzioni di percezione sensoriale, psicomotricità e operazioni mentali.

Kretschmer (1921, 1952) classificava il carattere in base a tre tipi di temperamento: schizotimia, ciclotimia, viscosità. Queste dimensioni possono estendersi dalla normalità alla patologia. Lo schizotimico, molto più sviluppato sulla dimensione psichestetica, è ipersensibile alle esperienze in cui si sente fortemente coinvolto, mentre risulta insensibile ed apatico in situazioni meno coinvolgenti. Il ciclotimico oscilla ciclicamente tra eccitazione e depressione, tendono alla socialità e all’apertura. I tipi viscosi alternano calma flemmatica a irritabilità compulsiva.

Critiche alla teoria

Il lavoro di Kretschmer, fu fortemente criticato perché la differenza nella costituzione corporea era, nella maggior parte dei casi, spiegata dalla diversa età dei pazienti. Infatti, i pazienti, di corporatura esile, affetti da schizofrenia, erano molto più giovani di quelli affetti da disturbi maniaco-depressivi, robusti e meno alti. La teoria tipologica di Kretschmer trovò scarse conferme e fu abbandonata.

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Impegni accademici e altre opere

Nel 1926 lascia Tübingen per ricoprire la cattedra di psichiatria e neurologia presso l’Università di Marburg. Durante questo periodo scrisse Isteria, riflesso e istinto (1923, Hysterie, Reflex und Instinkt) in cui spiegava che i sintomi dell’isteria si manifestano inizialmente a livello conscio e, solo in seguito, vengono riprodotti automaticamente diventando inconsci. Pubblica, nel 1929, Uomini geniali (Geniale Menschen, 1929; The Psychology of Men of Genius, 1931).

Lettura consigliata: Ernst Kretschmer, Il delirio di riferimento sensitivo, 2016

Fonti:

  • Ernst Kretschmer, Encyclopedia Britannica (2016)
  • Psicologia costituzionale, Università degli studi di Cagliari, Facoltà di studi umanistici
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