Abraham Harold Maslow (Brooklyn, 1º aprile 1908 – Menlo Park, 8 giugno 1970) è stato uno psicologo americano che studiò la motivazione nel contesto degli studi di personalità, ideatore della gerarchia dei bisogni, nota comunemente come “piramide dei bisogni”. La sua teoria della motivazione prende il largo da ogni “secca” definizione proveniente dagli studi comportamentisti e condivide molti gli assunti classici della psicoanalisi. In particolare, si orienta allo studio dell’inconscio medio e transpersonale. Il suo è un approccio innovativo rispetto agli studi classici, si concentra sulla ricerca delle qualità che rendono una persona sana e autorealizzata.

Ora mi rendo conto di aver introdotto diversi termini (inconscio medio, transpersonale etc.) senza darne una buona spiegazione, ma il vero punto è collocare gli studi di Maslow all’interno di quella che è definita la “Terza forza” della psicologia, la psicologia umanistica o esistenziale, e in seguito anche nella “Quarta forza”, la psicologia transpersonale, come alternativa alle due forze dominanti dell’epoca, ovvero psicoanalisi e comportamentismo. La nuova forza, considerata da Maslow, analizza il cammino verso l’autorealizzazione.

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La psicologia umanistica (o esistenziale)

Ecco il punto di partenza di Maslow, il quale nel 1954 cercò meglio di delineare l’orientamento della psicologia umanistica all’atto della sua fondazione:

Studiare le dinamiche emozionali e le caratteristiche comportamentali di un’esistenza umana piena e vitale.

Antonino Minio, Conoscere le psicoterapie, Ed. Thyrus, 1987, p. 165

L’esistenza si concretizza nel rapporto con gli Altri, la crescita e lo sviluppo sono possibili grazie alla creazione di legami interpersonali, ma bisogna anche essere partecipi nel proprio percorso di crescita. La psicologia umanistica si prefigge di:

  • analizzare la soggettività dell’esperienza di una persona e non l’esperienza in quanto tale;
  • far emergere le qualità positive dell’esistenza soggettiva
  • sviluppare le potenzialità individuali, guidare verso l’autorealizzazione.

La persona, i suoi pensieri, il suo corpo, le sue emozioni, la sua spiritualità, in una sola parola: totalità. In questo modo, la strada verso l’autorealizzazione è possibile soltanto attraverso l’esperienza.

[easy-tweet tweet=”«L’elemento fondamentale nel campo della conoscenza è l’esperienza intima e diretta. Non esiste un sostituto dell’esperienza.» – (Abraham Maslow)” user=”dizionariopsico” hashtags=”#esperienza, #crescitapersonale, #autorealizzazione”]

Qui chiarisco un punto di confusione: Maslow può essere considerato esponente sia della psicologia transpersonale che della psicologia umanistica. La psicologia transpersonale, fu fondata più tardi, nel 1969, rispetto la psicologia umanistica.

«Dovrei pure osservare che, a mio avviso, la psicologia umanistica, la Terza forza della psicologia, è transitoria, è un prologo ad una Quarta psicologia ancor più “elevata”, trans-personale, trans-umana, incentrata sul cosmo anziché sui bisogni e sull’interesse umano, oltrepassante la condizione umana, l’identità, l’autorealizzazione e così via.»

Abraham Maslow

La teoria della motivazione di Maslow

Nell’opera Motivazione e Personalità (1954), Maslow, studia la personalità adottando una nuova chiave di lettura, la supercoscienza o inconscio superiore:

La dimensione distinta dall’inconscio inferiore descritto da Freud e dall’inconscio collettivo di Jung.

Roberto Assagioli, L’atto di volontà, 1977

Gli istinti assumono una connotazione positiva nella teoria di Maslow, poiché rappresentano una opportunità di crescita. Per lungo tempo, gli istinti, che sono stati demonizzati, come se dovessero essere repressi a ogni costo e relegati al regno animale, vengono valorizzati fino a rappresentare l’energia vitale dell’umanità, il patrimonio della specie e dell’individuo. Nell’uomo civilizzato, gli istinti sono indeboliti dal gioco dei ruoli nella società e hanno bisogno di essere riaccesi per preservare l’unicità individuale. L’importanza dell’istinto, in questa teoria, implica una lettura biologico-evoluzionista della motivazione, ovvero che ogni persona sana ricerchi la soddisfazione dei bisogni fondamentali, ogni bisogno è reale e mobilita:

Il desiderio di conoscere e quello di capire sono essi stessi conativi, cioè hanno il carattere di produrre sforzo; essi sono costitutivi della personalità così come lo sono i desideri.

Motivazione e personalità, p. 105

Ma cos’è un bisogno reale? Bisogna distinguerlo dai bisogni creati dall’esigenza delle regole della società di massa. Infatti, come afferma C.G. Jung:

L’uomo di massa «non comprende niente, né ha bisogno di comprendere niente.»

Wierzba Grzegorz, “spirito”, archetipi e responsabilità, il determinismo culturale nella psicologia di C. G. Jung, Ricerca di senso, vol. 3, n°2, ed. Erickson, p. 207- 236

Lettura di approfondimento: C.G. Jung, Gli archetipi dell’inconscio collettivo, 1969

Quindi, il bisogno è sicuramente uno stato generato da una carenza, totale o parziale, che priva l’individuo del suo benessere, ma la spinta che mobilita la persona alla soddisfazione di un bisogno non è necessariamente la motivazione, poiché ci sono casi in cui una persona si mobilita in assenza di uno stato di carenza. La spinta motivazionale è avviata da una discrepanza tra la realtà attuale e la realtà desiderata.

L’errore più comune è quello di associare la motivazione al comportamento. In questa teoria si considera la persona come una totalità dinamica. Ecco perché non è corretto astrarre il singolo bisogno, come la fame o la sete, ma parlare dei bisogni di una persona nel suo complesso.

Maslow classificò le motivazioni in base alla complessità:

  • Primarie: si tratta delle pulsioni fisiologiche generate dai bisogni primari necessari alla sopravvivenza (fame, sete, riposo…);
  • Secondarie: i processi di socializzazione generano bisogni individuali e sociali come il bisogno di cooperazione/collaborazione, di successo, di competizione.
  • Superiori: la spinta che ci orienta all'”autorealizzazione”, in campo affettivo, personale, lavorativo. La soddisfazione dei bisogni generati a questo livello superiore non sono generici, ma sviluppati in base ai nostri valori e principi morali. Ognuno ha una la propria visione di autorealizzazione.

«l’autorealizzazione è motivata dalla crescita e non dalla mancanza di qualcosa. È una “ingenuità raggiunta”, un’innocenza saggia, uno “stato di agio”»

Abraham Maslow, Motivazione e Personalità

La piramide dei bisogni (Maslow, 1954)

[easy-tweet tweet=”«L’individuo si realizza passando per i vari stadi, i quali devono essere soddisfatti in modo progressivo.» – (Abraham Maslow, Motivazione e Personalità)” user=”dizionariopsico” hashtags=”#autorealizzazione, #crescitapersonale”]

Il percorso di crescita e maturazione prevede una serie di tappe o mete che ogni persona si prefigge di raggiungere con il soddisfacimento di particolari bisogni. Solo quando i bisogni inferiori sono stati soddisfatti, faranno la loro comparsa i bisogni di livello superiore, saranno definite nuove mete, nasceranno nuove spinte motivazionali verso i nuovi obiettivi da raggiungere. A partire dai bisogni inferiori, la gerarchia dei bisogni può essere rappresentata in una piramide:

piramide bisogni Maslow

Molti studiosi hanno criticato questa rappresentazione a piramide, poiché i bisogni possono emergere secondo una prepotenza relativa, ovvero esistono momenti in cui alcuni bisogni predominano sugli altri.

1. Bisogni fisiologici

Sono i bisogni primari che, una volta soddisfatti, stimolano l’emergere di ogni altro bisogno. Se una persona non trova o non riesce a soddisfare alcun bisogno superiore sentirà l’unica pressione proviene da questo tipo di bisogni. Sono il propulsore (drive) dei bisogni umani e animali. Una volta soddisfatti o, meglio, se soddisfatti con regolarità saremo in grado di rivolgere l’attenzione ai bisogni del livello superiore.

“È vero che l’uomo vive di solo pane, quando non ce n’è. Ma che cosa avviene dei desideri umani, quando c’è abbondanza di pane e quando il ventre è cronicamente pieno?”

A. Maslow, Motivazione e Personalità, p. 87

Un bisogno soddisfatto smette di avere capacità motivazionale, si affievolisce e farà spazio a nuovi bisogni.

2. Bisogni di sicurezza e protezione

Sono cruciali durante i primi anni di vita, in cui un bambino può crescere in un sano sistema familiare che assicura sicurezza e protezione. Assumono un significato non molto diverso nella vita adulta, in cui la protezione e la sicurezza possono derivare sia dalle relazioni interpersonali che dalle garanzie che può offrire una società che tutela ogni individuo attraverso un ordinamento legislativo in cui sono sanciti diritti e doveri. Una società che tutela la crescita personale è una società che permette di soddisfare i bisogni di questo genere. Secondo Maslow, l’adulto sano è:

“è molto soddisfatto nelle sue esigenze di sicurezza. La società che procede pacificamente, senza scosse, che è stabile e buona, ordinariamente fa sì che i suoi membri si sentano abbastanza al sicuro dagli animali feroci, dalle temperature eccessive, dagli assalti dei criminali, dagli assassini, dal caos, dalla tirannide e così via.” (p. 92)

Non mancano i casi in cui la società indebolisce i bisogni più elevati delle persone fino a poter soddisfare al limite questo bisogno. Un classico esempio è una forte crisi economica che riduce fortemente il tenore di vita di una popolazione.

3. Bisogni di appartenenza, di affetto, di amore e identificazione

In generale, riguardano quei bisogni la cui soddisfazione deriva dalla qualità della vita affettiva, dalla presenza di relazioni soddisfacenti. L’accettazione e l’appartenenza ad una comunità, a un gruppo di amici o di lavoro, a una famiglia, contribuiscono al processo di identificazione, definiscono parte della nostra identità. Dopo aver soddisfatto i bisogni di sicurezza, emerge il desiderio di relazioni d’affetto nel proprio gruppo o in famiglia.

“può essere in parte l’effetto del bisogno insoddisfatto di contatti, di intimità e di appartenenza, e del bisogno di superare il diffuso sentimento di alienazione, il sentimento di solitudine e quello di estraneità, che sono stati peggiorati dalla nostra mobilità, dal crollo dei raggruppamenti tradizionali, dal dissolvimento delle famiglie, dalla frattura tra le generazioni, dalla rapida urbanizzazione, dalla scomparsa della vita paesana, dove le persone stavano in stretto contatto reciproco e dalla conseguente vacuità del tipo americano di amicizia.” (p. 96)

Non solo affetto, ma anche aggregazione dinanzi a un destino comune. La frustrazione derivante da questi bisogni può essere responsabile di molti casi di disadattamento fino alle forme patologiche più gravi. Maslow, inoltre, precisa che la sessualità non è l’amore:

“Il sesso può essere studiato come un bisogno puramente fisiologico. Il comportamento sessuale ordinario è determinato in modo molteplice, cioè è determinato non solo da esigenze sessuali, ma anche da altre esigenze, sopratutto dall’esigenza di amore e di affetto.”

Motivazione e Personalità, p. 97

4. Bisogni di stima, di prestigio, di successo

Emergono una volta che sono stati soddisfatti i bisogni dei tre livelli inferiori. La percezione di essere percepiti come una persona valida, affabile, competente, indipendente, dalla propria comunità di appartenenza. Essendo una percezione dell’individuo, ognuno può sentire il bisogno di soddisfare con più o meno enfasi questo tipo di bisogni. Non si tratta solo di ricercare l’accettazione e la stima in una comunità, ma di soddisfare il bisogno di autovalutazione. La soddisfazione deriva dal bilanciamento di forze esterne e interne che contribuiscono a soddisfare un bisogno ancora più profondo, quello di autostima, e dai benefici che ne derivano: fiducia in se stessi, forza, adeguatezza. Invece, l’insoddisfazione comporta conseguenze spiacevoli:

“la frustrazione di queste esigenze produce un sentimento di inferiorità, di debolezza e di abbandono.” (p. 98)

5. Bisogni di autorealizzazione

La massima aspirazione, ciò verso cui tendere usando le proprie qualità. Essere ciò che si vuole essere in base ai propri valori, ai principi etici e morali.

«Un musico deve fare musica, un pittore deve dipingere, un poeta deve scrivere, per poter essere definitivamente in pace con se stesso. Ciò che uno può essere, deve esserlo. Egli dev’essere come la sua natura lo vuole. Questo è il bisogno che possiamo chiamare di autorealizzazione.»

A. Maslow, Motivazione e Personalità, p. 99

In seguito, questa gerarchia fu ampliata con due tipologie di bisogni di cui Maslow menzionò nella sua opera:

  • Bisogni cognitivi o di conoscenza. Ricerca di senso e significato, predilezione per il sapere
  • Bisogni estetici. Ricerca della bellezza
  • Bisogni di trascendenza. Aiutare gli altri ad autorealizzarsi

I primi due si potrebbero collocare subito dopo i bisogni di stima e i bisogni di trascendenza come ultima meta.

Le caratteristiche di una persona autorealizzata

  • Ha una visione autentica della realtà. Questo spiega la sottile linea fra normalità e patologia: “il nevrotico non è emozionalmente malato, egli è cognitivamente in errore.”(p. 253)
  • Vede i problemi come se fossero sfide che richiedono una soluzione. Va alla ricerca della soluzione di un problema, anziché indugiare
  • è spontanea e realistica
  • si sente a proprio agio con se stessa anche in solitudine
  • è autonoma nella capacità di giudizio
  • è poco suscettibile alle pressioni sociali, tendenzialmente anti-conformista
  • ha una buona apertura mentale, preferisce l’equità e il rispetto reciproco nelle relazioni
  • accetta le persone “così come sono” e non cercano di cambiarle
  • preferisce pochi amici stretti, anziché numerose amicizie superficiali
  • è onesta e sincera nell’esprimere il proprio punto di vista
  • è tendenzialmente originale e creativa
  • non smette mai di apprezzare i beni fondamentali della vita

Bibliografia:

Maslow, A., Motivazione e Personalità, 1954

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