In questo ultimo periodo si stanno susseguendo numerosi fatti di cronaca che riguardano la violenza sessuale. Sono più di 1 milione le donne italiane (fonte: Istat) che hanno subito almeno un episodio di violenza sessuale nella propria vita, fra stupri e tentati stupri. Veniamo al fattore comune, la maggior parte delle violenze sono perpetrate da uomini che rappresentano la grande fetta dei predatori sessuali.

“11 stupri ogni giorno, circa 4.000 ogni anno”

Fattori biologici

I biologi hanno spesso evidenziato che l’evoluzione della specie favorisce i maschi sessualmente aggressivi. Questa affermazione non è sempre vera ed è stato ampiamente dimostrato come questo non valga per molte specie animali. Una ricerca sul comportamento sessuale nei primati ha evidenziato diversi pattern di comportamentali. Questo per evidenziare che i primati (così come anche gli umani) vivono in una società complessa in cui maschi e femmine si relazionano in svariati modi, violenti e non.

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Fattori culturali

Gli uomini aggressivi hanno più vantaggi? In studio condotto nel 2008, l’antropologo Stephen Beckman (2009), osservò un diverso gruppo etnico sudamericano, i Waorani. In particolare, emerse che gli uomini più aggressivi, i guerrieri, hanno meno mogli e figli rispetto agli uomini più miti del gruppo. Questo spinse i ricercatori ad concludere che l’aggressività non offre vantaggi alla specie umana da un punto di vista evoluzionistico.

Le aspettative sociali

In molte società, è accettabile per gli uomini, rispetto alle donne, ricorrere all’uso della violenza per risolvere i problemi. Secondo Baumstier e Vohs (Personality and Social Psychology Review, 2004) esistono fattori storici, politici ed economici che creano il contesto in cui un uomo che offre risorse economiche o l’accesso a posizioni lavorative ha il diritto di chiedere favori sessuali a una donna. Questo approccio studia il comportamento sessuale applicando la teoria dello scambio. Dovremmo ricordare che non è passato molto tempo (XVIII secolo) da quando le donne erano considerate una “proprietà” del loro marito e nemmeno un secolo da quando hanno ottenuto il diritto di voto (1946).

Cosa o chi favorisce la violenza sessuale?

Consideriamo, ora, un fenomeno molto diffuso, la colpevolizzazione della vittima. La tendenza è quella di giudicare la vittima fino a colpevolizzarla, come se avesse causato le violenze. Questo tipo di credenze hanno creato una vera e propria cultura che ribalta la percezione su cosa è giusto e sbagliato. In questa concezione il predatore sessuale non è ritenuto responsabile del suo comportamento e, in questo modo, aumenta la probabilità che altre persone mettano in atto questo tipo di comportamento. Spesso si sente dire:

“Se l’è cercata…”

oppure

“Indossava abiti troppo provocanti”

e si potrebbe continuare con tante altre espressioni che alimentano il fenomeno. Queste credenze non fanno altro che alimentare gli episodi di violenza sessuale.

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Conclusioni

Perché la violenza sessuale è un fenomeno molto diffuso? E’ difficile rispondere a questa domanda. Esistono una serie di fattori storici e socio-culturali che rendono possibile la diffusione della violenza sulle donne, in particolare la violenza sessuale. Quando si tende ad affermare che le molestie, le violenze sessuali, sono guidate dalla natura biologica del sesso maschile si commette un madornale errore. La maggior parte degli uomini non sono predatori sessuali e purtroppo la violenza sessuale non è inevitabile, ma prevedibile e, in molti casi, evitabile. L’attenzione, invece, dovrebbe essere posta sugli stereotipi e sul sistema di credenze su cui si basa la nostra società.

Bibliografia:

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